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Inquadramento croupier, la cornice della natura giuridica dei casinò

23 maggio 2025 - 10:19

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema dell'inquadramento dei croupier, da inserire nella cornice della natura giuridica dei casinò.

Foto di Derick McKinney su Unsplash

Foto di Derick McKinney su Unsplash

Ho letto in merito alla natura giuridica del casinò di Sanremo e alla qualifica di incaricato di pubblico servizio del croupier che ho trovato in internet nel mio peregrinare alla ricerca di notizie della Liguria dove sono cresciuto, quanto di seguito:

Premessa: l’inquadramento giuridico sistematico dei casinò gestiti su concessione pubblica, qual è quello di Sanremo, nonché l’impatto qualificatorio della figura del cartiere, ha importanti ricadute sul versante penalistico.
Il tema di fondo è verificare l’applicabilità alla casa da gioco autorizzata delle norme in cui l’ente pubblico è elemento costitutivo del reato, nonché della riconducibilità al cartiere della definizione penalmente rilevante di incaricato di pubblico servizio.
La corretta qualificazione giuridica di un casinò, come quello sanremese, gestito su concessione dell’ente comunale non è un mero problema formale, incidendo sull’individuazione delle norme penali concretamente applicabili.

Nelle conclusioni: condivisibilmente la sentenza delimita la pubblicità del servizio del casinò non al gioco ex se, nonché all’attività di controllo che le società di gestione dei casinò svolgono sul gioco, a tutela del contrasto alla ludopatia e ad attività illecite quali frodi, riciclaggio o evasione fiscale.
Mi scuso per la mia scarsa comprensione del linguaggio giuridico, ma l’espressione “attività di controllo che la società di gestione dei casinò svolgono sul gioco” non mi riesce di comprenderla.
Ecco la motivazione: la società pubblica di gestione versa all’ente pubblico una percentuale stabilita da un contratto apposito comprensivo di altre norme su fatti economici e non; se il controllo è demandato al gestore, questo ultimo soggetto si ritrova quale controllore e controllato allo stesso tempo, o sorse sbaglio?

Se, invece, il Corpo controllori comunali o regionali non è necessario, come ho avuto occasione di leggere a proposito del casinò di Campione d’Italia, mi rimane ancor più difficile, direi impossibile, comprendere “all’attività di controllo che le società di gestione dei casinò svolgono sul gioco, a tutela del contrasto alla ludopatia e ad attività illecite quali frodi, riciclaggio o evasione fiscale”.

Non è trascorso molto tempo da quando i Controllori comunali al casinò di Sanremo hanno segnalato possibile riciclaggio, mi pare, in occasione di un torneo di poker.
Tanto per fare un esempio limite su evasione fiscale: gestore e dipendenti addetti al gioco si mettono d’accordo a dichiarare le mance in un importo inferiore a quello reale. Ebbene l’evasione si realizza in tutti e due i casi, nella gestione che è messa in grado di dichiarare un utile minore e dispone della differenza e una evasione contributiva perché verserà i contributi pensionistici su un importo che non è reale nei dipendenti che assolvono all’imposta sul reddito delle persone fisiche nella misura del 75% dell’importo percepito nel periodo di imposta, Per l’Irpef e i contributi Inps si veda l’art.3, lett. i, del d. l. n.314 del 1997.

Una precisazione mi è d’obbligo: attualmente tutti i casinò italiani, Sanremo, Saint Vincent, Venezia e Campione sono gestiti da società a capitale pubblico. In tutti i contratti relativo alla gestione, ad esclusione temporanea di Campione che versa un fisso al Comune,il gestore versa all’ente pubblico titolare della casa da gioco una percentuale sui proventi determinati dalle condizioni contrattuali.
Desidero anche precisare che il presente articolo non è un tentativo di interpretare la vicenda al tavolo di punto banco al casinò di Sanremo,  così come mi sono sentito in dovere di anticipare. La mia è solo una esposizione derivante da una posizione che, da non esperto, non mi è comprensibile. 

Pensavo che la definizione di entrate di diritto pubblico attribuite a quelle che all’ente pubblico derivano dalla gestione della casa da gioco supportasse e confortasse la mia convinzione relativa al dovere del concedente di controllare la regolarità del gioco e degli incassi tramite controllori alle proprie dipendenze, forse sbagliavo, lo ripeto, pensando che controllore e controllato non  potevano essere gli stessi soggetti?

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