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Giocando a un videogame le foche 'spiegano' come vedono sott'acqua

16 giugno 2025 - 11:25

Scienziati tedeschi dell'università di Rostock hanno fatto giocare tre foche comuni a una sorta di videogame per spiegare come fanno a orientarsi nelle acque più torbide.

Scritto da Dd
Foto di Steva Adams (Unsplash)

Foto di Steva Adams (Unsplash)

"Ci siamo chiesti se le foche comuni sono anche in grado di percepire e analizzare il flusso ottico superficiale (ossia il il modello di movimento generato nella retina dell'occhio di un osservatore che si muove rispetto all'ambiente, Ndr). Pertanto, abbiamo simulato tre ambienti di flusso ottico e addestrato tre foche comuni per determinare la direzione simulata."

Così i ricercatori dell'università di Rostock, in Germania, illustrano l'esperimento che ha visto protagoniste foche comuni (Phoca vitulina) per spiegare come questi animali riescano a orientarsi nuotando in acque molto torbide.

Il team di ricercatori tedeschi ha messo alla prova le foche facendole giocare ad un videogioco, raccontando quindi i risultati del curioso esperimento sul volume 228, numero 10 (di maggio 2025) del Journal of Experimental Biology.

L'articolo, intitolato "Optic flow, a rich source of optic information for harbour seals (Phoca vitulina)", conclude che "le foche comuni hanno accesso alle informazioni ottiche (flusso ottico) e possono quindi fare affidamento su di esse ogni volta che c'è abbastanza luce per la visione, confutando così le opinioni esistenti sulla scarsa guida visiva nelle foche comuni o, più in generale, nei mammiferi marini. Un'analisi dettagliata della percezione del flusso ottico negli animali (semi) acquatici dovrebbe migliorare la nostra comprensione della percezione del flusso ottico e della vista in generale."

Come spiegano i ricercatori l'esperimento è stato condotto presso il Marine Science Centre dell'Università di Rostock, in Germania. Tre maschi di foca comune, Phoca vitulina Linnaeus 1758, denominati 'Nick' (nato nel 1999), 'Luca' (nato nel 2002) e 'Miro' (nato nel 2019) erano disponibili per i test durante il periodo sperimentale. Gli animali erano alloggiati in un grande recinto di acqua di mare in un gruppo misto di foche comuni, leoni marini della California (Zalophus californianus) e un'otaria orsina sudafricana (Arctocephalus pusillus). Essendo tenuti all'aperto tutti gli animali sperimentavano un ritmo naturale del giorno e della notte. Nick e Luca avevano già una precedente esperienza sperimentale, avendo preso parte in passato a diversi studi scientifici.

Alle tre foche sono stati sottoposti tre diversi ambienti di flusso ottico, di fatto tre videogiochi differenti, nei quali ogni foca comune veniva guidata all'interno della camera e doveva posizionare la testa nella stazione a cerchio metallico di fronte al monitor nero. Posizionato il sigillo lo sperimentatore chiudeva la porta nascondendosi. Dopo un intervallo di tempo di circa 2 minuti veniva avviata la prima prova che portava la foca a indicare se il movimento di traslazione simulato in avanti era a sinistra o a destra del centro verticale del monitor.

Per indicare la sua risposta, la foca comune doveva toccare con il muso uno dei bersagli di risposta. In pratica gli animali sono stati addestrati a riconoscere la direzione del movimento e a indicarla pigiando col muso su dei pulsanti rossi: solo quando sceglievano il pulsante esatto ottenevano una ricompensa.

Le sessioni sperimentali, spiega ancora il documento, sono consistite in 36 prove, che hanno permesso la presentazione di ciascuno dei sei angoli di rotta sei volte per sessione sperimentale.

Ne è emerso, come spiega il paper, che "anche quando le condizioni di osservazione si deteriorano, ad esempio a causa di un alto livello di torbidità, gli organismi acquatici che si muovono attivamente attraverso l'acqua ricca di particelle possono ottenere informazioni visive quando viene generato il flusso ottico." In sostanza le foche riescono a ricavare elementi utili per muoversi anche in un ambiente torbido proprio dalle particelle disperse nell'acqua, che creano la torbidità.

"Ci aspettiamo che le indagini sulla percezione del flusso ottico negli animali acquatici estendano la nostra comprensione della percezione del flusso ottico in generale", concludono i ricercatori, "ci aspettiamo che questi studi abbiano il potenziale per rivoluzionare la nostra comprensione della vista negli animali acquatici e in particolare per quanto riguarda i comportamenti complessi."

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