Valle d'Aosta, videogame come cura alla dipendenza
L'Usl Valle d'Aosta è la prima in Italia a puntare sulla Video game therapy per curare le dipendenze.
Scritto da Dd
Erik McLean (Unsplash)
"Un innovativo strumento terapeutico all'interno della presa in carico psicologica".
Il Servizio per le dipendenze patologiche dell'Usl Valle d'Aosta definisce così lo strumento recentemente adottato per contrastare i fenomeni di dipendenza attraverso l'utilizzo di videogame.
La 'Video game therapy', introdotta per la prima volta in Italia, anche se non è propriamente una novità, prevede l'utilizzo anche di strumenti videoludici nell'ambito di percorsi di psicoterapia, integrati dunque (non sostituiti) con l'utilizzo dei videogiochi.
Una nota dell'Usl spiega che "questa metodologia, a marchio registrato, introdotta in Italia nel 2019, sfrutta il potenziale dei videogiochi come mezzo di esplorazione emotiva, sviluppo delle capacità cognitive e supporto terapeutico".
Come spiega all'Ansa il direttore del SerD valdostano, Gerardo Di Carlo, "i videogiochi offrono un ambiente virtuale, una palestra coinvolgente per la mente, in cui attuare comportamenti senza conseguenze 'reali', con la possibilità di ripetere e correggere gli errori di valutazione, provare emozioni in modo interposto e, più in generale, vivere intere modalità di esistenza per altri versi inaccessibili, coltivando anche l'empatia"
Il progetto prevede sessioni di gioco che si svolgono in un ambiente controllato, spiega ancora l'Usl, un ambiente nel quale "il paziente gioca insieme allo psicoterapeuta utilizzando videogiochi selezionati in base alle tematiche da esplorare, come la cooperazione, l'empatia e la capacità di scelta. Durante il gioco, lo psicologo osserva e analizza il comportamento del paziente, utilizzando le informazioni raccolte sia nel corso della sessione sia durante le successive sedute individuali".